L'obiettivo... grande formato

Ci siamo quasi. Dopo aver fatto letteralmente il giro del mondo per reperire vari pezzi utili per poter iniziare a fotografare in grande formato, ora posso dire di esser quasi pronto.


Purtroppo diversamente da qualsiasi altra macchina fotografica non vi basterà acquistare il corpo e un obiettivo per esser pronti. Il grande formato esige pazienza e lo si sperimenterà fin dall’inizio: il corpo macchina e l’obiettivo sono solo alcuni degli strumenti necessari a costruire un sistema.


Innanzi tutto l’obiettivo dovrà esser montato su una piastra adatta, oppure utilizzare un adattatore per un’altra piastra porta lente. La lente dovrà esser montata su questa piastra. La piastra dovrà avere il foro adatto ad ospitare l’otturatore dell’obiettivo (per i Copal e Compur esistono tre misure: #0, la più piccola, #1 e #3) Bisognerà considerare l’acquisto di uno scatto remoto a filo per far scattare l’otturatore posto sull’obiettivo. Procurarsi un lupe per controllare la messa a fuoco ed un panno scuro. Non bisognerà dimenticare gli chassis porta pellicole senza i quali non si potrà scattare e sicuramente un cavalletto solido e un buon esposimetro.


Certamente con una 4x5 folding si avranno meno problemi di trasporto di una enorme 8x10, ma non si potrà trasportare tutta l’attrezzatura necessaria dentro comuni borse fotografiche, si avrà bisogno di qualche cosa di più capiente.
Mentre sto ancora riflettendo dove stipare la mia attrezzatura, sono alle prese con gli obiettivi e le loro caratteristiche.


Un obiettivo per il grande formato è principalmente composto da 3 parti distinte: la lente frontale, l’otturatore posteriore e la lente posteriore. La lente anteriore e l’otturatore sono montati insieme sul davanti della piastra porta obiettivo mentre la lente posteriore andrà avvitata dietro la piastra e serrata con un anello di supporto delle dimensioni giuste che si frapporrà posteriormente alla piastra fra questa e la parte posteriore dell’obiettivo e dovrà esser stretta con una apposita chiave.

Piastra porta obiettivo

Piastra porta obiettivo


La scelta degli obiettivi pone problematiche che nessun utilizzatore di comuni reflex ha mai affrontato in quanto risolte dagli ingegneri del sistema che utilizza.  Un obiettivo per il formato 8x10 sarà utilizzabile a pieno anche sul formato minore, tuttavia non vale il contrario, inoltre un obiettivo per il formato maggiore avrà un angolo di copertura molto maggiore di uno per il formato minore e questo determinerà una maggiore libertà nei movimenti della macchina: questo il motivo principale per cui spesso si preferisce un obiettivo per l’8x10 da utilizzare sul 4x5.


Prima di addentrarci nel campo degli obiettivi dovremmo comprendere alcuni aspetti. Il primo fra tutti l’angolo di campo che definisce la forma del cono di luce proiettato dalla lente posteriore dell’obiettivo che forma un circolo per coprire il piano del frame. Ogni lente proietta un circolo con diametro almeno pari alla misura della diagonale del frame della pellicola. Così il cerchio di copertura minimo di una lente per il 35mm (o full frame) ha un diametro di 43mm, per un 4x5 la diagonale che dovrà esser coperta sarà 155mm. L’angolo di vista determina quanta parte del soggetto è incluso nella foto. Come l’angolo di campo, l’angolo di vista è anche una misura angolare di un cono, ma della lente frontale. L’angolo di vista è il risultato sia della lunghezza focale sia del film.
Quando un punto davanti alla macchina fotografica è a fuoco, la distanza da esso alle lente è chiamata distanza oggetto, la distanza dalla lente al film è la distanza immagine.  Mettere a fuoco significa selezionare una distanza oggetto cambiando una distanza immagine, muovendo il film più vicino o più lontano dalla lente. All’aumentare della distanza oggetto la distanza immagine decresce e viceversa. La più piccola distanza immagine corrisponde ad un oggetto posto all’infinito, per ogni obiettivo questa minima distanza immagine è chiamata lunghezza focale. La lunghezza focale determina la misura dell’immagine che apparirà sul negativo. Un obiettivo lungo creerà un’immagine più larga proprio perché produrrà un più largo circolo di copertura. La forma del cono di luce proiettato è lo stesso fra due lenti con differente lunghezza focale, la misura del circolo di copertura , tuttavia, non sarà la stessa
Per ogni combinazione di misura obiettivo-pellicola, l’angolo di vista equivale al più piccolo angolo di campo per quella lunghezza focale, questo angolo proietta un circolo con un diametro uguale alla diagonale della pellicola. Per coprire un 4x5, ad esempio, un obiettivo 90mm necessita di un angolo di campo di 81,5°, un 180mm un angolo di campo di 46,6°. Questo angolo vi dirà quanta parte del mondo vedrete con ogni lente dalla vostra posizione.


Personalmente ho optato per due tipi di lenti sul 4x5: un 90mm ed un 210mm. Il primo progettato per il 4x5 mentre il secondo progettato per coprire un 8x10. Pur non essendo facile fare confronti con il 35mm perché la forma della pellicola è diversa, sarebbe un po’ come avere un 24mm ed un 65mm approssimativamente, cioè un grandangolo ed un ottica da ritratto già tele nel grande formato.

Nuovo inizio... In grande formato

Questo agosto sembra portare con se anche nuovi interessi. Dopo aver sperimentato la fotografia digitale e analogica dal 35mm fino al medio formato 6x9, ora ho trovato nuovi stimoli in un formato leggermente più grande: 4x5.

in un periodo in cui il digitale la fa da padrone e l'interesse per il formato sembra essere del tutto relativo, in fondo oggi si ricavsno fotografie ad ingrandimenti notevoli anche da sensori inferiori al 35mm, ho sentito la necessità di dedicarmi ad un tipo di fotografia meno impulsiva e "veloce". Il grande formato analogico mi è sembrata una strada interessante da esplorare.

il primo problema che mi sono posto è stato quello di coniugare un grande formato, dal 4x5 pollici in su, con la trasportabilità e la facilità di reperire le pellicole. Una analisi dei formati mi ha fatto optare per il più piccolo dei grandi formati ovvero per il 4x5.

Ma la scelta del formato del mezzo sensibile su cui riprodurre l'immagine non esaurisce le possibilità di scelta. Oggi questo tipo di fotografia in virtù dell'avvento del digitale ha portato al proliferare sul mercato dell'usato un infinito numero di "macchine fotografiche". In realtà è difficile parlare di "macchina fotografica" riferendosi ad un grande formato, piuttosto vanno considerati come "sistemi" in quanto si compongono di alcuni elementi assemblati insieme che in poche parole possiamo riassumere in: un binario dove scorre un soffietto morbido che divide due standarte, la posteriore con vetro per comporre l'inquadratura nonché porta pellicola e standarta anteriore con plancia porta obiettivo.

Quindi in questi sistemi troviamo i grandi banchi ottici che venivano usati in studio e quasi intrasportabili e altri tipi di sistemi. In particolare nel sistema 4x5 ai banchi ottici che hanno le standarte frontale e posteriore uguali o pressoché uguali si aggiungono le folding (e diverse varianti sul tema) che erano sistemi richiudibili e quindi trasportabili a scapito di movimenti più contenuti rispetto ai primi.

Personalmente ho optato per una folding volendo ancora considerare la mobilità un vantaggio anche a scapito di qualche movimento in meno fra le due standarte.

Purtroppo la scelta del formato e quindi del sistema è solo l'inizio di un lungo viaggio.

Dopo l'analisi di cosa offriva il mercato mi sono orientato sulla giapponese Toyo View nel modello folding 45 AII che difficilmente però si trova sull'ebay europeo purtroppo con conseguenti oneri d'importazione. Per ora in attesa che arrivi mi fermo qui, tenete conto però che, accanto ai problemi di ripresa, vi sono anche le scelte da fare in camera oscura di cui vi parlerò prossimamente.

Edward Weston con il suo grande formato immortalato da Tina Modotti

Edward Weston con il suo grande formato immortalato da Tina Modotti