Riccardo Venturi racconta una sua fotografia

L'occasione di incontrare Riccardo Venturi, vincitore per due volte del World Press Photo, si è presentata in occasione dell'inaugurazione della sua mostra allo Spazio Tadini (fino al 15 feb.).

La sua fotografia di reportage la trovo molto affascinante perché, oltre ad essere ricca di speranza, coniuga una ricerca dell'inquadratura al contenuto informativo dell'immagine. A ciò si aggiunge una ricerca anche attraverso l'uso di formati inconsueti per il reportage. Nelle sue fotografie trovo sempre una tensione fra ciò che vediamo e ciò che accade fuori dal fotogramma che crea un senso di suspense. Tuttavia la Fotografia di Venturi la trovo interessante per un altro aspetto: nonostante il lavoro di documentazione spesso tragico, è positiva, è portatrice di speranza. Anche i lavori più duri come quelli sulla tubercolosi non riesco a vederli con gli occhi della disperazione ma con lo sguardo di un futuro possibile, anche nelle circostanze drammatiche rappresentate dal fotografo. In questo senso lo trovo un Fotografo positivo. 

Non potevo perdere l'occasione per farmi raccontare la storia dietro una delle sue foto.

Ivo Saglietti racconta lo scatto del WorldPress Photo 2011

Ivo Saglietti è un famoso reporter italiano più volte vincitore del WorldPress Photo. L'ho incontrato per farmi raccontare la storia di uno dei suoi più famosi scatti che gli valse il premio nel 2011.

Quattro chiacchiere con Ivo Saglietti sulla foto che gli valse il World Press nel 2011.

Koudelka: in poche parole

Di Josef Koudelka avevo già parlato in precedenza, voglio tornare su quest'interessante autore perché ho trovato in rete una sua rara intervista per giunta in italiano.

In questa intervista, per la verità molto breve, Koudelka esprime il suo pensiero che trovo interessante su due concetti fondamentali: 1) la sua idea di artista e 2) la non categorizzazione della fotografia.

Riguardo al primo concetto, chi può definirsi artista, non usa mezzi termini: per lui artista è chi riesce a compiere un miracolo, una concezione estrema ma che magari lascia pensare detto da lui.

In merito invece alla categorie (paesaggio, ritrattista, etc.) molto semplicemente per lui non esistono (e si da il caso che mi trovo molto concorde con lui) e porta un esempio veramente interessante.

Chi avrà voglia potrà vedere l'intervista qui di seguito: